Il ddl pillon è una spaventosa riaffermazione del patriarcato, il violento deterrente per le donne a liberarsi da situazioni pericolose, è una bastonata sulla testa che si tenta di rialzare, è la pisciata di un cane rabbioso che marca il territorio. Se sarà approvato squarceranno diritti umani acquisiti dopo anni di lotta, e ci saranno ancor più morte ammazzate e figli orfani di quanto ce ne siano già ora. Sorelle, il 10 novembre saremo a Roma per dire NO a questa scelleratezza.
16 settembre 2018 · Comments Off
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24 agosto 2018 · Comments Off
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22 agosto 2018 · Comments Off
Quella parte di noi incagliata nell’ombra, che scalpita.
Preferisco una follia ragionata a una passività salubre.
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22 agosto 2018 · Comments Off
Per vivere ‘bene’ in un mondo intriso di malvagità occorre un metodo. Le religioni (quelle organizzate in sistemi) ne somministrano uno, ma è palese che il beneficiario ultimo non sia il ‘fedele’ ma il fornitore, in termini di denaro e potere. Aderendo pedissequamente a un sistema rigido di pensiero, si caratterizza l’atteggiamento dipendente e acritico che non porta da nessuna parte se non a uno stallo esistenziale in costante penombra. I sistemi filosofici spingono alle domande, ma l’opportunità della risposta, del metodo-crescita, è conseguenza unicamente della ricerca personale sulla coscienza. Provvido colui che cerca e vede una prospettiva al di là dell’invedibile: ciascuno di noi, alla ricerca della propria misura. Namastè.
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Dona Amati nel cast di “Festina lente” film su Vittoria Colonna
21 giugno 2016 · Comments Off
Dopo il successo di critica e pubblico in terra statunitense, forte dei premi già conquistati, tra cui quello alla regia di Lucilla Colonna, e all’attrice protagonista Francesca Ceci (intensa Vittoria Colonna), “Festina lente”, pellicola imperniata sulle vicende umane della maggiore poeta cinquecentesca italiana, raccontate con una splendida fotografia e una sceneggiatura in ordine alla miglior tradizione italiana dei film d’autore, sarà proiettato giovedì 23 giugno alle ore 21,00 a Forte Sangallo di Nettuno (RM), uno tra i suggestivi set rinascimentali del film. Anche Dona Amati (nella vita dedita realmente alla poesia e in particolare alla diffusione di quella delle donne, fondatrice di “Saffo e le altre”) nel cast come interprete di Costanza D’Avalos, zia di Vittoria.
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Femminicidio: figlio del patriarcato che è figlio del maschilismo che è figlio dell’androcentrismo
3 giugno 2016 · Comments Off
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20 febbraio 2015 · Comments Off
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INTERVISTA A DONA AMATI, UNA DELLE IDEATRICI DEL FESTIVAL “EROS E KAIRÒS”
23 luglio 2014 · Comments Off
di Valerio Maggio
Festival dedicati alla poesia e alla letteratura in generale ce ne sono molti. “Eros e Kairòs” (per saperne di più clicca qui) è però unico nel suo genere. Il genere appunto. E’, infatti, il primo festival internazionale dedicato alla poesia delle donne. La cultura e le sue costruzioni non hanno mai dato ampio respiro all’arte femminile. La donna e il suo “pensiero poetante” diviene ora Soggetto esclusivo. Per avere uno sguardo dall’interno abbiamo intervistato Dona Amati, una delle due ideatrici del Festival.
1) Quando di preciso è nata l’idea di un Festival volto alla poesia femminile?
Ho carezzato l’idea di concretizzare un evento che avesse al centro la bellezza della “intellighenzia” femminile fin da quando mi sono resa conto che le donne hanno da sempre dovuto faticare il triplo dei loro colleghi uomini per raggiungere un terzo dei risultati. Ho sempre pensato all’ingegno della “foemina sapiens” come un passo non narrato nella storia dell’umanità, sempre spiegata e scritta per un pubblico maschile e con il passare degli anni mi sono sempre più dedicata a diffondere la creatività delle donne. Anni fa ho incontrato Monica Maggi, poeta e curatrice culturale anch’essa, e in uno dei nostri viaggi insieme, da Milano a Roma in treno, abbiamo scritto la genesi del progetto “Eros e Kairos”, volendo creare uno spazio per l’elogio alla scrittura delle donne, al martirio di quelle a cui non è stato perdonato il volersi esprimere in una società in cui non era consentito farlo. Il successivo incontro con Alfonsina Russo, Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale, ha portato a maturazione questa gestazione favorita proprio dal “Kairos”. E’ grazie a lei e alle fondazioni Carivit e Cariciv che è stato possibile realizzare questo progetto ambizioso.
2) Ci sono state difficoltà nella realizzazione del progetto? Quali?
Io e Monica abbiamo preparato il festival con l’attenzione che le madri hanno per le proprie creature; questo è un incastro organizzativo complesso trattandosi di un festival diffuso su tre location: il cinquecentesco Palazzo Brugiotti a Viterbo, Villa Giulia a Roma e le Terme Taurine a Civitavecchia. L’esperienza di management culturale maturata negli anni è stata, quindi, fondamentale, ma la convinzione di “crescere” qualcosa di importante, e delicato, è stato il nostro valore aggiunto. E questa opportunità dedicata alle donne l’abbiamo voluta come un’occasione di accoglimento dei generi, per questo all’interno del programma nomi importanti della poesia lineare e performativa si intrecciano tra poete e poeti, perché ci si riconosca tutte/i nella cifra poetica unica e indispensabile per segnare e scrivere la cultura.
3) Cos’è per lei la poesia e quale il suo valore? Che messaggio viene affidato dalle donne ai propri versi ?
La poesia è connaturata al mio essere profondo, io sono anche lei, perché lei è in me. Sento costantemente sillabe, parole, suoni, concetti rotolarmi dentro mossi da un odore, un’immagine, un oggetto che cade, qualcosa che avviene. Osservo allora le cose profondamente in un tempo più rarefatto e le suggestioni si trasformano in scrittura: si è poete/i non solo per il valore assoluto del talento letterario, ma anche per una visione amplificata delle cose quotidiane. E non credo ci sia differenza tra donne e uomini per le dinamiche che generano poesia, ma so per esperienza, anche personale, che le prime affidano ai versi ciò che spesso non trova auditori, quindi la disperazione o, per converso, la speranza sono ciò che più spesso porta il canto delle donne.
4) Quali speranze sono state affidate ad un progetto, “Eros e Kairòs”, così importante?
Quelle della poesia sono le ragioni di un incontro, e in pieno svolgimento del festival (ieri eravamo a Viterbo in profonda empatia con il pubblico che ha salutato la fine dell’evento con un applauso scrosciante, oggi e domani saremo a Villa Giulia, e la prossima domenica a Civitavecchia), io, Monica, Alfonsina e tutti quelli che ci hanno circondato nella realizzazione di questo festival, continuiamo nel convincimento che si possano trarre i frutti di questi incontri nel luogo privilegiato della Poesia, la cui forza è insita nella bellezza non solo estetica della scrittura, ma in quella del riconoscersi simili sotto un’unica stella, un’unica memoria che parla di noi come genere umano. E incontrarsi ancora in “Eros e kairos – II edizione”, il prossimo anno.
fonte: http://www.femaleworld.it/intervista-dona-amati-una-delle-ideatrici-del-festival-eros-e-kairos/
sito web: Eros e Kairòs
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Progetto “Saffo e le altre” su un’idea di Dona Amati
20 marzo 2014 · Comments Off
“Saffo e le altre” è il movimento per la diffusione del patrimonio poetico prodotto dalle donne nei secoli, che si concretizza da un’idea di Dona Amati, da sempre attiva contro le discriminazioni di genere, convinta che la creatività artistica delle donne sia storicamente tenuta sotto scacco da certa egemonia maschilista che vuole, ancora vuole, la cultura appannaggio esclusivo degli uomini. Di fronte alle perplessità, per non dire ignoranza, sistematicamente riscontrate nell’uomo della strada, ma anche negli ambiti educativi e scolastici riguardo le figure storiche femminili fattrici di cultura, nasce l’esigenza di aprire spazi per la riemersione del pensiero e della scrittura femminile. Le poete e le donne che si sono raccolte attorno al progetto, sono convinte oltretutto, che questo vada a beneficio delle strategie per il contrasto alla stessa violenza di genere che si consuma con la complicità dell’oscurantismo culturale, sulla base del malinteso precetto che le donne siano meno capaci.
Abbiamo adottato “Saffo” all’interno della denominazione del movimento perché pur essendosi altre donne distinte prima di lei nella poesia e nelle arti, il suo nome è già riconosciuto dalla memoria collettiva come evocativo della grandezza di una donna poeta.
È per questo, quindi, che noi ‘altre’, ricominciamo da lei.
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Dona Amati contro la Festa della donna
6 marzo 2014 · Comments Off
Se denominate “Festa” della donna la ricorrenza dell’8 marzo, nata dalla condizione di sofferenza appartenente alle Donne, sofferenza testimoniata dalla storia, e dalla lotta al patriarcato e alla sua sopraffazione, siete proprio lontani dal suo significato più autentico.
Guardatevi i numeri di quante donne al mondo sono ancora torturate, ammazzate per il solo essere donne, e vi renderete conto che non c’è proprio nulla da considerare festa.
La definizione ‘festa della donna’ mi suscita l’orticaria: per certe manovre consumistiche a cui non sono estranei risvolti di stampo capitalistico e patriarcale, una giornata destinata alla dignità e al coordinamento dell’autodeterminazione femminile, definita anche dalla conta dei danni, è stata trasformata in emulazione patetica di beceri comportamenti maschilisti, pagliacciate come le ovazioni intorno agli spogliarellisti e l’unicum della ‘cena con le amiche’. E’ stato consentito che il concetto di parità si trasformasse in una trappola speculare, molte l’hanno compreso, per questo la rivendicazione si è riformulata in pari opportunità.
Il femminismo è materia efficace contro ogni forma di sessismo ma per non svilirsi è necessario che si mantenga coerente.
Ecco perché mi inalbero ad ogni devianza del suo significato.
Non è questo che serve alla causa delle donne, alla rivendicazione dei diritti, al contrasto di un olocausto interminabile.
Buon 8 marzo (giornata internazionale della Donna), sorelle, che vi sia più progettuale, che celebrativo.
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